La giornata precedente alla Festa internazionale del Lavoro, contemporaneamente due auto, dello stesso colore rosso e della stessa marca, partivano nella notte una da Empoli verso Poggibonsi e l’altra da Poggibonsi verso Empoli, disseminando per i paesi – tra l’allarme dei fascisti e della polizia – un gran numero di volantini comunisti.
L’aver usato due macchine e tutte e due rosse e della stessa marca metteva in difficoltà la polizia e i fascisti delle cittadine che esse attraversarono; nella ridda di telefonate che si scambiavano tra di loro i repressori fascisti – la macchina era segnalata sia a Ponte a Elsa che presso Vico d’Elsa mentre pochi minuti avanti ne erano state segnalate una a Certaldo ed una alla Fontanella – le due auto avevano il tempo di sparire dalla circolazione.
Però nella confusione quattro ferventi fascisti di Castelfiorentino, memori dei loro trascorsi squadristici, si armavano e, preso posto su di un’auto, si lanciavano in ritardo all’inseguimento.
A Poggibonsi scendevano, dove si erano fermati per fare indagini, fermavano un passante, certo Medardo Cioni, il quale vedendoli armati (mentre alle sue spalle giungevano per lo stesso motivo altri fascisti del luogo) impaurito dall’atteggiamento e dalle minacce che gli rivolgevano si dette a corsa pazza ma fu colpito dalle revolverate sparate dai fascisti.
Il Cioni, ferito all’addome, decedeva il 3 maggio e le autorità si decisero ad indire un processo soltanto dietro pressione delle popolazioni del luogo; ma, ad ogni buon conto, l’unico fascista incriminato si vide erogare dal Tribunale di Siena soltanto 6 mesi di reclusione per “porto abusivo di armi”, mentre gli altri aggressori andarono assolti.
La successiva giornata del 1° maggio 1931 fu memorabile e non soltanto per la corsa dell’ auto fantasma: su quasi tutte le ciminiere al mattino e per alcune ore sventolarono le bandiere rosse, manifestini antifascisti furono disseminati ovunque e, per colmo di spavalderia, alcuni giovani comunisti ciclisti ricoprirono di manifestini le strade di tutta Empoli. Dopo tanti delitti e tanta repressione, il morale dei comunisti e della popolazione antifascista fu rialzato.
( Tratto dall’ eccellente opera di Libertario Guerrini “ Il movimento operaio nell’ empolese 1861 – 1946 “ Editori Riuniti 1970 )