Nasce il 24 luglio 1921 a Lagonegro (PZ), comune lucano incassato tra la Campania a nord e la Calabria a sud, il che gli ha sempre consentito di considerarsi un meridionale al di sopra di qualsiasi particolarismo regionalistico.
Infanzia e adolescenza sono trascorse in seno ad una famiglia povera la cui unica fonte di sostentamento è costituita dal lavoro del padre che, abbandonato il posto di guardia carceraria, poco congeniale al suo carattere, coltiva un modesto e ingrato appezzamento di terra. Con notevoli sacrifici, alternando studio e lavoro, Pasquale consegue il diploma da maestro, cosa che gli permette di frequentare il corso per ufficiali quando, nel 1941, viene chiamato alle armi, diventando così sottotenente, grado col quale viene assegnato al 5° reggimento Bersaglieri di stanza a Siena dove rimane fino all’indomani dell’ 8 settembre.
A Siena e ad Asciano allaccia subito stretti rapporti con gli ambienti antifascisti, attraverso i quali raggiunge la Brigata garibaldina “Spartaco Lavagnini” e, quando questa nel maggio 1844 diventa Divisione, Pasquale assume il comando del 1° Distaccamento, divenuto poi Brigata “Borgianni e Boschi”.
Nel dopoguerra, convinto di poter dare il suo contributo di capacità e di esperienza nelle forze armate della Repubblica Italiana, intraprende la carriera militare ma deve fare i conti da subito – proprio a causa della sua attiva partecipazione alla Resistenza – con il boicottaggio dei comandi superiori: viene trasferito in Sardegna, sistematicamente tenuto fuori dai quadri dell’ Esercito, perseguitato con processi per fatti d’arme compiuti durante la guerra di Liberazione, processi sempre conclusi con piena assoluzione.
E’ in questo periodo che egli scrive il suo libro “ Brigata partigiana ” che risente dell’emotività di quel clima caratterizzato dall’allora imperversante “scelbismo”.
Collocato in congedo, dopo venti anni di servizio militare, ancora con l’iniziale grado di sottotenente … si dedica all’insegnamento, professione che esercita fino a poco tempo prima della sua scomparsa prematura il 27 maggio 1984. E fino a quel giorno resta attivo militante dell’ A.N.P.I. e collaboratore della rivista “Patria Indipendente”.
[Tratto dall’autobiografia di P.Plantera pag. 283 del suo libro “Brigata Partigiana”]