Mosè PECORINI

 

   Figlio di Francesco e Clementina Gabrini, fratello di Aronne, nasce a Roccastrada il 9 agosto 1887.  Bracciante, professa principi socialisti e nel 1910 fa pervenire una sottoscrizione al giornale anarchico «L’agitatore» di Bologna, che la registra l’otto maggio.  Il venti giugno seguente il prefetto di Grosseto, Almerindo Rinaldi, risponde a una richiesta di informazioni del Ministero dell’Interno che Mosè è iscritto al P.S.I., ma non risulta pericoloso.  Chiamato alle armi nel 1915, Pecorini partecipa al primo conflitto mondiale e viene congedato al principio del 1919.  Emigrato in Francia dopo la marcia su Roma, si stabilisce a Bruyère – Le Gai ed alla fine del 1922 sottoscrive a Auboué (un centro minerario importante dove hanno lavorato Giuseppe e Tebaldo Faelli, Antonio Gamberi e Sabatino Cerfolli, fondandovi all’inizio del Novecento una sezione socialista), una piccola somma in favore dell’ «Avanti!», insieme ad altri emigrati, molti dei quali di Roccastrada e di Tatti, fra cui Adolfo Catoni, Raffaello Vannini, F. e G. Dragoni, Q. Guscelli, E. Magrini, G. e S. Salvestroni, A. Innocenti, S. Taddei, T. Manganelli, Valentino Bertini, S. Bernardi, G. e M. Tortoli, A. e S. Magrini, Annibale Bertini, G. Negrini, L. Baldanzi, B. Verrini, l’ex ardito del popolo Aristodemo Landini, V. Bartolucci e C. Del Rosso.  Il quotidiano socialista rende conto del contributo il tredici gennaio 1923.

Negli anni seguenti Mosè continua a sostenere le iniziative del partito e il suo giornale. Così nel 1930 versa cinque franchi per l’«Avanti!», insieme a Adolfo Catoni, Collatino Meucci, Raffaello Vannini, Pietro Campana, Gaetano Capitani, V. Galgani, A. Maffei, S. Assirelli, F. Bartaletti, L. Bernardi e altri emigrati politici dimoranti a Auboué.  L’organo del P.S.I. li registra il 25 maggio, titolando: “Dall’Italia schiava, da Nizza, dal Belgio, dalle miniere dell’Est, i proletari si stringono intorno al loro giornale”.  Nel 1931 offre cinque franchi per l’«Avanti!», salutando il vecchio poeta Antonio Gamberi, insieme al fratello Aronne, a Adolfo Catoni, a Bandino Bartolucci, a S. Assirelli, a Gaetano Capitani e ad altri esuli. Il giornale li segnala il 17 maggio, titolando: “L’Avanti!” è l’orgoglio dei proletari socialisti italiani ma la sua vita è affidata soltanto al loro spirito di sacrificio”.

Nel 1932 versa cinque franchi per il giornale, insieme a Bandino Bartalucci, Gaetano Capitani, M. Casini, Pagliuchi, P. Alloero, Pietro Campana e altri compagni. L’«Avanti!» le inserisce nel suo bilancio pubblico il venti marzo 1932.

Membro del partito massimalista, Mosè viene descritto come persona di statura media e di corporatura esile, che ha i capelli castani e il “naso aquilino”. Nel 1936 il nostro risiede ancora a Bruyère – Le Gai, dove la sua presenza è confermata nel settembre 1938.    Durante la seconda guerra mondiale vive ancora oltr’Alpe e i fascisti continuano ad “interessarsi” di lui.

 

 

Scheda di Simonetta Carolini, Fausto Bucci, Luigi Paselli