Figlio di Vincenzo e Camilla Gabbani, nasce a Roma il 31 dicembre 1858. Fabbro ferraio, si fa notare fin dal 1886 per la “naturale facondia” e la propaganda sovversiva, che svolge, tra gli operai, e il 24 maggio 1887 subisce la prima condanna, a 15 mesi di carcere, per “ribellione”. Il 30 settembre 1888 invita alla rivolta gli edili romani, vittime di una gravissima disoccupazione, e l’8 febbraio 1889 viene arrestato e condannato a 10 mesi di reclusione per i fatti del 30 settembre 1888. Presente al congresso di Capolago, partecipa il 1° maggio 1891, a Roma, ai “disordini” di Piazza del S. Cuore di Gerusalemme, e il 4 luglio 1892 è condannato a 15 mesi di galera.
Il 7 gennaio 1894 viene arrestato, durante gli scontri scoppiati fra un centinaio di anarchici di Trastevere e di via della Lungaretta e la forza pubblica, e il 24 febbraio 1894 si vede infliggere 2 anni di carcere, 150 lire di multa e un anno di vigilanza per “eccitamento a delinquere e ribellione”. Il 23 luglio 1895 è assegnato, in base alla famigerata “legge Crispi”, al domicilio coatto per la durata di 5 anni e deportato a Ustica.
Il 20 gennaio 1896 viene denunciato nell’isola di Ponza, dove frattanto è stato tradotto, per violenze a un agente e il 30 aprile 1896 viene schedato. Il “cenno biografico” della Prefettura di Roma recita che ha carattere ardito e notevole intelligenza e sottolinea la “fama di pericoloso agitatore”, di cui gode. Relegato a Favignana e a Ustica, Gnocchetti beneficia del proscioglimento condizionale il 24 novembre 1896, malgrado la “pessima condotta” tenuta nelle isole, e ritorna a Roma.
Il 17 settembre 1898 viene però arrestato, insieme a Ettore Sottovia e ad altri 43 anarchici, “ritenuti solidali e pronti a compiere attentati dopo l’esecrabile assassinio dell’imperatrice Elisabetta d’Austria” da parte di Luigi Luccheni. Deferito alla Commissione provinciale per le misure di polizia, si rende latitante ed è colpito da mandato di cattura. Arrestato il 5 novembre 1898, viene assegnato al domicilio coatto e deportato, il 6 febbraio 1899, a Orbetello.
Due settimane dopo è oggetto di una comunicazione del delegato di p.s. lagunare, in cui si legge che “la presenza del Gnocchetti in Orbetello guasterà e corromperà maggiormente questi anarchici, farà guadagnare satelliti al partito e costituirà un permanente pericolo per l’ordine pubblico date le sue idee esaltate… e la limitata sorveglianza che può essere esercitata sul di lui conto”. L’uomo – prosegue il delegato – “appena messo in libertà ha subito conosciuto e stretto relazione con i suoi correligionari ed oggi l’ho visto sempre in compagnia degli anarchici Ugazzi e Valeri”.
Rilasciato l’8 giugno 1899, Gnocchetti torna nella capitale, ma il 12 novembre è di nuovo a Orbetello, dove si ferma fino al 21 novembre 1899: quest’oggi – scrive il delegato di p.s. – è partito “col treno delle 12 e 13 alla volta di Roma in compagnia di certo Angelini Sante…, di anni 20, da Orbetello, statura piuttosto alta, imberbe, vestito civilmente, disoccupato, il quale è stato l’indivisibile compagno del Gnocchetti durante il tempo in cui quest’ultimo è rimasto in questo Comune ad espiarvi il domicilio coatto e sia durante la di lui permanenza in questi giorni”.
Alla fine del 1902 Ettore emigra in Brasile, insieme all’anarchico “pericoloso” Pio Spadea Pandolfi, e si ferma per qualche mese a San Paolo e a Rio de Janeiro. Rientrato in Italia, passa da un ospedale all’altro, a causa della tubercolosi, di cui è da tempo ammalato. L’infermità non gli impedisce, per altro, di essere nuovamente arrestato nel 1911 e di scrivere, tre anni dopo, e far stampare alla macchia l’opuscolo antimilitarista “Disonoriamo la guerra”. Il 13 ottobre 1914 quest’uomo, tanto accanitamente perseguitato dall’apparato repressivo italiano, muore a Roma, all’ospedale San Giovanni.
Scheda di Fausto Bucci, Simonetta Carolini, Claudio Gregori, Aldo Montalti