Nato a Tatti, frazione di Massa Marittima, il nove gennaio 1901, fa il minatore nel bacino lignitifero di Casteani e professa idee socialiste. Attivo durante il biennio rosso, è fra coloro che contrastano l’azione dei crumiri, impedendo loro di danneggiare gli operai in sciopero. Perciò viene denunciato ai carabinieri di Ribolla nel 1919 per “attentato alla libertà di lavoro”. Passato nel partito comunista nel 1921, dopo la scissione di Livorno, emigra nel 1923, qualche mese dopo la marcia su Roma, per sottrarsi alle violenze degli schiavisti in camicia nera.
Raggiunta la Francia, risiede a Ronbaisse Nord fino al 1931 ed è iscritto dai fascisti nella «Rubrica di frontiera» e nel «Bollettino delle ricerche» come nemico della dittatura. Dal 1934 abita invece a Saint-Étienne, dove continua a fare l’operaio e dove dimora presso la sorella Petronilla Pericci Tappetti, come scrive la Prefettura fascista di Grosseto al Ministero dell’Interno il sette settembre 1942.
Nel luglio 1943, allorché Mussolini viene deposto e arrestato, Vito è ancora in Francia.
[Scheda di Simonetta Carolini e Gianfranco Piermaria]