Figlio di Serafino e Giuseppina Brosi, nasce a Bagno a Ripoli (FI) il 27 agosto 1897 e fa il muratore. Anarchico, è chiamato alle armi durante la prima guerra mondiale e mandato al fronte. Congedato, torna a Bagno a Ripoli e partecipa attivamente alle agitazioni del biennio rosso. Membro di un gruppo libertario, coltiva sentimenti anticlericali e il 26 novembre 1919 viene condannato dal pretore di Firenze per offese al culto. Nel 1923 si trasferisce a Palermo, essendo stato più volte minacciato dai fascisti fiorentini, e al principio del 1925 emigra a Marsiglia, dove si lega agli anarchici italiani emigrati e diffonde il giornale «Il picconiere», che l’anarchico Paolo Schicchi pubblica nella grande città portuale.
Nell’ottobre 1925 si rivolge così ai compagni d’esilio: “Sembra impossibile che fra tanta gente colpita dal fascismo, e lo siamo stati più o meno ferocemente tutti noi, non si trovi il tipo di fegato capace di dare una lezione alle canaglie fasciste che vengono ora a provocarci”. Il 16 dicembre 1926 viene schedato. Secondo la Prefettura fiorentina, egli riscuote cattiva fama nell’opinione pubblica benpensante, ha carattere violento e impulsivo ed è dotato di notevole intelligenza; esercita molto ascendente sui compagni di fede ed è sprezzante verso le autorità; ha “in odio il Governo nazionale ed il fascismo” e per “la sua persistente e dannosa attività politica, è da ritenersi elemento pericoloso all’ordine nazionale”. Iscritto nella «Rubrica di frontiera» e nel «Bollettino delle ricerche», svolge in Francia un’intensa propaganda rivoluzionaria contro la dittatura fascista ed “è ritenuto elemento da sorvegliare specie per la sua impulsività”.
Nel 1928 il console di Marsiglia, Carlo Barduzzi, sostiene che gli anarchici italiani, che operano nella sua giurisdizione diplomatica, hanno ricevuto delle bombe da Parigi e invita vanamente le autorità transalpine ad espellere Nello Chiarini e suo fratello Bruno, Antonio Cherici, Giulio Bacconi, Marcello Dupuy, Vezio Del Nudo e Torquato Muzzi. Nel 1929 Nello frequenta Nino Napolitano e Tintino Persio Rasi (“Auro d’Arcola”) e nel 1930 è collegato ai gruppi anarchici di Parigi, Bruxelles e Ginevra. In seguito aiuta la vedova del fratello Ruggero, che abita a Palermo, e nel 1933 viene incluso dalla Prefettura di Firenze fra i sovversivi attentatori, residenti all’estero, perché collegato al “pericolosissimo anarchico” spezzino Ugo Boccardi, ideatore – secondo le spie fasciste – di vari piani terroristici.
Ancora in Francia sino alla fine della seconda guerra mondiale, Chiarini resta fedele alle idee anarchiche, pur senza svolgere, in quegli anni, una speciale attività sovversiva.
Fonti: ACS,CPC, ad nomen.
( Scheda di Fausto Bucci, Rodolfo Bugiani e Michele Lenzerini per www.radiomaremmarossa.it )