Nome: Pierino
Cognome: Fornaciari
Nome di Battaglia: Pedro
Nato a: Livorno
Il: 13/04/1918
Qualifica: Partigiano combattente –
Formazione: 23a Brigata d’ Assalto Garibaldi “Boscaglia”
Note e biografia: “In montagna”, Pedro, ci salì una prima volta il 1° Giugno del 1944, condotto da Dino Dell’Aiuto, un contadino della zona, che faceva la spola tra Pisa e le Carline, il massiccio delle Colline Metallifere tra Volterra, Siena e Massa Marittima.
Aveva saputo dell’esistenza della Brigata nella cellula comunista clandestina dell’Università di Pisa, organizzata, tra gli altri, da Umberto Comi. L’atto che gli fece maturare la decisione fu l’uccisione di Giovanni Gentile, il filosofo del “santo manganello” che aveva aderito alla Repubblica Sociale di Salò. Raccontava Pierino che quando lo seppe, provò un gran senso di liberazione: gli studenti infatti avevano riposto grandi speranze nella forza rigeneratrice del pensiero filosofico italiano, e veder Gentile schierarsi protervamente con il nazismo tedesco corrispose a provare il sentimento d’essere stati traditi. Pierino si laureò il 31 maggio in Glottologia con Clemente Merlo, con una tesi su “I deverbali nella lingua italiana”.
La mattina dopo partì per la montagna. Raggiunse la XXIII brigata partigiana “Guido Boscaglia” e ricordava che l’impressione più grande gliela fecero le facce dei 44 prigionieri tedeschi legati agli alberi. Raccontava che capì che i ribelli ce l’avrebbero fatta proprio di fronte alle loro smorfie di disgusto, che si rinnovavano ad ogni nuovo arrivo di giovani combattenti.
La Brigata dilagò dalle Carline in Val d’Elsa e Val d’Era, assicurando all’esercito americano un’avanzata tranquilla e senza problemi in un territorio ormai liberato da tedeschi e fascisti. Ma sul fronte dell’Arno si costituì un nuovo blocco; qui Pedro al comando di una squadra ripulì da guastatori e cecchini il territorio tra Pontedera e Pisa. Tra l’altro, salvando la vita ad alcuni prigionieri (si ha notizia di almeno due, un tedesco ed uno squadrista italiano), che la popolazione avrebbe volentieri linciato. Con il maggiore americano Keller fu tra i primi ad entrare in Pisa liberata il 2 settembre 1944: da laureato in lettere, Pedro fungeva da ufficiale di collegamento addetto in particolare alla verifica dei danneggiamenti del patrimonio monumentale e culturale.
Quest’opera proseguì per alcuni mesi, su incarico diretto del sindaco della Liberazione, Alberto Bargagna “Giorgio”, che era stato il primo comandante della XXIII Brigata. Per quest’opera di censimento e salvataggio dei beni culturali pisani, una delle opere di pace della XXIII Brigata, Pedro è stato insignito di un’onorificenza dall’Università di Pisa, nel 2005.
Quando, dopo la Liberazione, la repressione si scatenò contro alcuni della Brigata (in particolare, il comandante Enzo fu accusato di aver giustiziato il milite fascista che veniva ad arrestarlo per deportarlo inGermania) Pierino si occupò della sua sicurezza, sino a che il processo non lo mandò assolto.
Poi tornò a Livorno, riprese ad insegnare (aveva già fatto il maestro elementare prima della guerra) al Liceo Scientifico ed all’Istituto Magistrale, si sposò ed ebbe due figli, mentre continuava la sua attività di pittore. Comunista, lasciò il PCI in occasione dei fatti d’Ungheria nell’autunno del 1956, insieme a Furio Diaz e Giorgio Stoppa (rispettivamente Sindaco della Liberazione e Presidente della Provincia). Con loro aderì al PSI.
In seguito, fu ad insegnare all’estero (Libano ed Egitto); divorziò, si risposò ed ebbe una figlia. Deluso dal PSI, ebbe una breve esperienza col Partito radicale; fu anche attratto dalla Massoneria di Palazzo Giustiniani. Lasciò entrambe per ritirarsi nel suo studio di pittura, dove le sue creazioni artistiche sono rimaste, sconosciute al pubblico ma apprezzatissime dagli specialisti che hanno potuto vederle.
Pedro tornerà sulle Carline il 13 d’aprile del 2009. In questo giorno avrebbe compiuto 91 anni. Nel 2008 aveva festeggiato i suoi 90 entrando nel seggio elettorale gridando “Accidenti a Berlusconi” e commentava, a chi gli diceva che era vietato, c’era l’arresto, eccetera: “Non me ne importa nulla, ho 90 anni, voglio vedere cosa mi fanno!”. Ribelle fino all’ultimo, la sera prima di andarsene ha dileggiato il papa e la vergogna d’Italia, l’attuale capo del governo.
Le sue ceneri sono state sparse al vento, sul prato del Capanno dei Partigiani, nel Podere delle Cetinelle il 13 aprile 2009, giorno che sarebbe stato il suo 91° compleanno. I suoi insegnamenti continueranno per noi tutti come un’esortazione a non mollare, mai, la lotta per la libertà, la giustizia, la dignità, l’amore per l’umanità.
( Scheda di Pardo Fornaciari )